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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



martedì 26 luglio 2016

Speciale 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: in attesa che il Direttore Artistico Alberto Barbera sveli il programma, ecco le ultime anticipazioni

Tra qualche giorno con la presentazione dei film in concorso ne sapremo di più. Intanto le ultime notizie da Venezia. Iniziamo dalle Giurie.

Il regista francese Robert Guédiguian e l’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart  sono state scelti come Presidenti rispettivamente per la sezione Orizzonti e per il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro. Mentre Presidente della Giuria del Concorso Venezia 73 – come già annunciato – è il regista Sam Mendes.
Il regista Robert Guédiguian può essere considerato il moderno cantore di
Marsiglia, la città dove è nato e vissuto e dove si svolge anche La ville est tranquille, presentato a Venezia nel 2000. La filmografia di Guédiguian è una sorta di epopea della sua città, con storie ambientate nel microcosmo del quartiere natio, privilegiando vicende di gente comune.
Attore tra i più importanti del cinema italiano, Kim Rossi Stuart è stato più volte
protagonista alla Mostra di Venezia con alcune delle sue più note interpretazioni, tra cui Le chiavi di casa (2004) di Gianni Amelio e Vallanzasca (2010) di Michele Placido. Per Anche libero va bene (2006), esordio dietro la macchina da presa, Rossi Stuart è stato premiato con il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior nuovo regista.
La Giuria internazionale della sezione Orizzonti presieduta da Robert Guédiguian, composta da un massimo di 7 personalità, assegnerà - senza possibilità di ex-aequo - i seguenti riconoscimenti: Premio Orizzonti per il miglior film; Premio Orizzonti per la migliore regia; Premio Speciale della Giuria Orizzonti; Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile o femminile; Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura; Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.
La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro presieduta da Kim Rossi Stuart, composta da un massimo di 5 personalità tra i quali un produttore, assegnerà senza possibilità di ex-aequo un premio di 100.000 dollari messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore, fra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione Ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele).
Quest’anno i Leoni d’oro alla carriera sono stati attribuiti all’attore francese Jean-Paul Belmondo e al regista polacco Jerzy Skolimowski. La
decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera. A partire da quest’anno, il Cda ha deciso l’attribuzione di due Leoni d’Oro alla carriera in ciascuna delle edizioni future della Mostra: il primo assegnato a registi o appartenenti al mondo della realizzazione; il secondo a un attore o un’attrice ovvero a personaggi appartenenti al mondo dell’interpretazione. Anche se non hanno bisogno di presentazione ricordiamo che Jean-Paul Belmondo, icona del cinema francese e internazionale, ha saputo interpretare al meglio l'afflato di modernità tipico della Nouvelle Vague attraverso gli straniati personaggi. Belmondo ha imposto la figura di un antieroe provocatorio e seducente, molto diverso dagli stereotipi hollywoodiani. La sua recitazione estroversa gli ha consentito poi di interpretare alcuni dei migliori gangster del cinema poliziesco francese. “Un volto affascinante, una simpatia irresistibile, una straordinaria versatilità – ha dichiarato il Direttore Alberto Barbera nella motivazione - che gli ha consentito di interpretare di volta in volta ruoli drammatici, avventurosi e persino comici, e che hanno fatto di lui una star universalmente apprezzata, sia dagli autori impegnati che dal cinema di semplice intrattenimento”.
Mentre “Jerzy Skolimowski – parla lo stesso Alberto Barbera nella
motivazione – è tra i cineasti più rappresentativi di quel cinema moderno nato in seno alle nouvelles vague degli anni Sessanta e, insieme con Roman Polanski, il regista che ha maggiormente contribuito al rinnovamento del cinema polacco del periodo”.
Ma c’è dell’altro per la Mostra che dedica al grande regista Luigi Comencini (1916 – 2007) in occasione del centenario della nascita, la serata di Pre-apertura di martedì 30 agosto che si terrà nella Sala Darsena al Lido sarà proiettato, in un restauro digitale a cura di Filmauro e CSC - Cineteca Nazionale di Roma, il capolavoro di Comencini Tutti a casa  premiato all’epoca con due David di Donatello e un Nastro d’argento. Tutti a casa di Luigi Comencini è uno tra i più celebri e riusciti
esempi di ciò che ha reso immortale la commedia all’italiana: l’impasto di comico e drammatico, di vero e grottesco, di coraggio e voglia di sopravvivere. Comencini, con la complicità autobiografica dei due grandi sceneggiatori Age e Scarpelli e con le amare risate provocate da un grandissimo Alberto Sordi, racconta tutto il caos dell’8 settembre 1943, quando con l’armistizio di Badoglio i soldati del re e del duce furono abbandonati a se stessi, tra mille paure. Nel film Alberto Sordi, al telefono sotto il tiro dei tedeschi, chiede ai superiori: “Signor colonnello, sono il tenente Innocenzi, è successa una cosa straordinaria, i tedeschi si sono alleati con gli americani. Cosa dobbiamo fare?”.
Tutti a casa è un film “on the road” lungo l’Italia disastrata e confusa di quel periodo, quando i soldati non ebbero più ordini e ciascuno decise di tornare al suo paese: tutti a casa, appunto. Comencini dichiarò all’epoca: “L’8 settembre la gente fu abbandonata a se stessa, ed era questo che volevo descrivere”.  Il film fu premiato da un grande successo popolare, con oltre un miliardo di lire al box office.
Mentre a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per la quarta
volta – assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per il MIGLIOR FILM RESTAURATO e per il MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA sarà il regista italiano Roberto Andò. Tra i diversi capolavori restaurati di Venezia Classici della 73. Mostra, saranno ad esempio presentati: L’argent di Robert Bresson (1983), La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966), Il ladro di Parigi di Louis Malle (1965), La leggenda della montagna di King Hu (1979), Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis (1981), Manhattan di Woody Allen (1979), Oci Ciornie di Nikita Michalkov (1987), L’uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri (1965), Zombi di George A. Romero (1978). Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, con crescente successo, una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Stefano Francia di Celle, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria presieduta da Roberto Andò è composta da 26 studenti – indicati dai docenti - dell’ultimo anno dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari. A completamento della sezione Venezia Classici, verrà presentata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori.
Infine un piacevole sorpresa con le prime due puntate della serie originale The Young Pope, scritta e diretta dal premio Oscar® Paolo Sorrentino e interpretata dal due volte nominato all'Oscar® Jude Law, dal premio Oscar® Diane Keaton, da Silvio Orlando, Scott Shepherd, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, Tony Bertorelli e da James Cromwell, saranno l’evento speciale della Mostra.
Un privilegio – ha dichiarato Alberto Barbera – poter presentare alla Mostra del Cinema, in anteprima mondiale, le prime due puntate dell’attesissima serie televisiva. Un autore che ha il coraggio di rischiare, affrontando da par suo – cioè, senza timori e con lo spirito di sempre: creativo e innovativo – il linguaggio della serialità che rappresenta la nuova frontiera espressiva con la quale molti autori, perlopiù stranieri, hanno già scelto di misurarsi. Il risultato non mancherà di suscitare emozioni sincere e, soprattutto, una grande, tonificante e inesausta sorpresa”.
Paolo Sorrentino ha dichiarato: «È un onore per me tornare a Venezia. Ci sono stato con il mio primo film e ci torno ora con la mia prima serie televisiva. Non credendo alle coincidenze penso piuttosto che, oggi come allora, la Mostra si prenda il rischio di scegliere. Quindici anni fa, lo fece selezionando l’opera prima di un giovane regista, quest’anno ribadendo la sua apertura verso la televisione riconoscendo alle serie il giusto ruolo nell’evoluzione del linguaggio visivo».
Le prime due puntate di The Young Pope saranno proiettate in prima mondiale il 3 settembre nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia. The Young Pope racconta la storia di Lenny Belardo, alias Pio XIII, il primo Papa americano della storia. Giovane e affascinante, la sua elezione sembrerebbe il risultato di una strategia mediatica semplice ed efficace del collegio cardinalizio. Ma, com’è noto, le apparenze ingannano. Soprattutto nel luogo e tra le persone che hanno scelto il grande mistero di Dio come bussola della loro esistenza. Quel luogo è il Vaticano, quelle persone sono i vertici della Chiesa. E il più misterioso e contraddittorio di tutti si rivela Pio XIII. Scaltro e ingenuo, ironico e pedante, antico e modernissimo, dubbioso e risoluto, addolorato e spietato, Pio XIII prova ad attraversare il lunghissimo fiume della solitudine dell’uomo per trovare un Dio da regalare agli uomini. E a se stesso.
Infine parliamo della identità di questa edizione con il suo manifesto. È
l’immagine di una curiosa situazione di attesa, e insieme un invito alla visione imminente dei film, il manifesto ufficiale della 73ma Mostra del Cinema di Venezia, ideato e realizzato per il quinto anno da Simone Massi. In primo piano, una figura maschile non riconoscibile, che potrebbe essere lo stesso autore, ma anche un qualsiasi spettatore, afferra dall’alto un manifesto/sipario e inizia a svelare ciò che potrebbe essere lo schermo dove verranno proiettati, per undici giorni, i film della Mostra. Viene così evocata la curiosità che alimenta, nel pubblico degli appassionati, l’attesa di ogni proiezione d’autore in un festival cinematografico. Di buon auspicio per la kermesse veneziana.
ULTIMORA!   Definite le tre Giurie internazionali
Le personalità chiamate a fare parte della Giuria del Concorso di Venezia 73, oltre al presidente, il regista Sam Mendes, sono l’artista, cantante, regista e scrittrice statunitense Laurie Anderson, fra le principali e più coraggiose esponenti della scena creativa d’avanguardia in America, l’attrice britannica Gemma Arterton, salita alla ribalta nel 2008 con l’apparizione nel film Quantum of Solace di Marc Forster come Bond Girl, il magistrato, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano Giancarlo De Cataldo. Due volte vincitore del David di Donatello per la sceneggiatura di Romanzo Criminale e Noi credevamo (2010) di Mario Martone, l’attrice tedesca Nina Hoss, Orso d’argento migliore attrice alla Berlinale nel 2007 con Yella di Christian Petzold, con il quale ha collaborato nel recente Il segreto del suo volto (2014), l’attrice francese Chiara Mastroianni che nel 2010 ha vinto l’Excellence Award al Festival di Locarno. Ma anche il regista statunitense Joshua Oppenheimer, impostosi all’attenzione mondiale con due documentari nominati all’Oscar, The Act of Killing (2012) e The Look of Silence (2014), quest’ultimo in Concorso a Venezia dove ha ottenuto il Gran Premio della Giuria, il regista venezuelano Lorenzo Vigas, Leone d’oro per il miglior film alla scorsa Mostra di Venezia nel 2015 con l'opera prima Desde allá, primo regista latinoamericano a vincere il premio più importante al Lido, l’attrice, regista e cantante cinese Zhao Wei, che con Dearest (2014) di Peter Chan, fuori concorso a Venezia, è stata premiata come miglior attrice agli Hong Kong Film Awards. Nel 2013 ha debuttato nella regia con So Young, record d’incassi in Cina per una donna esordiente nella regia.
Mentre la Giuria internazionale della sezione Orizzonti, oltre al presidente, il regista francese Robert Guédiguian, è composta dal critico e storico del cinema statunitense Jim Hoberman, a lungo “senior critic” del “Village Voice” di New York, dall’ attrice egiziana Nelly Karim, premiata come migliore attrice al Cairo International Film Festival nel 2004 per My Soulmate di Khaled Youssef, dall’attrice italiana Valentina Lodovini, David di Donatello nel 2010 per Benvenuti al Sud di Luca Miniero, dall’ attrice e regista coreana Moon So-ri che con Oasis (2002) di Lee Chang-dong ha vinto il Premio Marcello Mastroianni per una giovane attrice emergente alla Mostra di Venezia, dal critico e studioso di cinema spagnolo Josè Maria (Chema) Prado, che nel 2015 ha ricevuto il Premio Fénix por la Contribución a la Cultura Cinematográfica de Iberoamérica, dal regista indiano Chaitanya Tamhane,che con Court ha vinto il premio “Luigi De Laurentiis” per l’Opera Prima e il Premio Orizzonti alla 71. Mostra.
La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro, oltre al presidente, l’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart, è composta dalla  produttrice spagnola Rosa Bosch, già vicedirettore del London Film Festival / National Film Theatre, dall’ attore e regista statunitense Brady Corbet vincitore alla Mostra di Venezia 2015 con The Childhood of a Leader il Leone del Futuro - Premio Opera Prima “Luigi De Laurentiis” e il Premio Orizzonti per la migliore regia, dall’ attrice spagnola Pilar López de Ayala, tra le interpreti iberiche più considerate e amate, grazie al ruolo della regina Giovanna di Castiglia in Giovanna la pazza (2001) di Vicente Aranda vince la Conchiglia d’Argento al Festival di San Sebastian e il Premio Goya. È coautore con Kent Jones del recente documentario Hitchcock Truffaut.
A tutti loro auguriamo buon lavoro!

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